Monitoraggio dei pazienti in terapia sia a Pieve di Cadore che ad Agordo dall’ospedale di Belluno. «E presto lo faremo anche a domicilio»
Si tratta del nuovo sistema di monitoraggio dei pazienti in emodialisi nei centri di Pieve di Cadore e di Agordo che verrà diffuso anche a chi esegue questa operazione a casa o nelle case di riposo.
«Si tratta dell’ennesimo progetto per portare la medicina vicino ai cittadini per quel concetto di sanità di prossimità su cui vogliamo lavorare e impegnarci», ha detto il commissario straordinario Giuseppe Dal Ben.
Nei primi sette mesi dell’anno in provincia sono stati eseguiti 11.430 i trattamenti per un totale di circa 100 pazienti, mentre le prestazioni ambulatoriali eseguite dall’ospedale di Belluno sono state 3.514 sempre nei primi sette mesi del 2023. «In media eseguiamo circa settemila visite all’anno», precisa il direttore dell’unità operativa complessa di Nefrologia del San Martino, Andrea Bandera. Sempre da gennaio a luglio di quest’anno sono stati 168 i ricoveri nell’ospedale hub del capoluogo con un +12% rispetto allo stesso periodo del 2022. Di questi 64 sono pazienti che arrivano non solo da fuori provincia (58) ma anche da fuori regione (6). A questi si devono aggiungere i 95 interventi eseguiti per preparare il paziente all’emodialisi, con un +9% rispetto allo stesso periodo del 2022.
«Gli interventi che eseguiamo in Nefrologia che ha sei posti letto che servono tutta la provincia», prosegue la spiegazione il primario Bandera, «sono di due tipi di interventistica per gli accessi vascolari dei pazienti dializzati, interventi che sono in aumento e di cui siamo tra i migliori tanto che non solo vengono qui per questo tipi di intervento da fuori provincia e fuori regione, ma i nostri medici tramite una convenzione con l’Ulss 2 Marca Trevigiana fanno attività didattica all’ospedale di Castelfranco Veneto e svolgono attività di tutor al Master in accessi vascolari per dialisi alla Scuola sant’Anna di Pisa». «Quella della Nefrologia di Belluno è una vera eccellenza per la nostra provincia ma anche per l’intero Veneto», sottolinea anche il commissario Dal Ben e lo dimostrano le convenzione che abbiamo fatto nella Marca Trevigiana e in Toscana».
A questi interventi si aggiungono anche le attività di dialisi domiciliare e peritoneale che viene svolta su una cinquantina di pazienti attualmente: «vale a dire riusciamo ad eseguire l’emodialisi assistiti in casa di riposo e nel 30% dei pazienti in dialisi peritoneale. Cioè permettiamo a questi pazienti di farsi da soli, in autonomia la dialisi dopo specifica formazione. E questo per permettere il più possibile che la persona resti al suo domicilio, soprattutto se viene dalle terre alte, così da creare meno disagio possibile».
Un disagio che diventerà sempre meno nel momento in cui la teledialisi che oggi viene eseguita nei centri di Pieve di Cadore e Agordo si svilupperà ancora di più sul territorio: tramite la teledialisi possibile grazie ad una strumentazione particolare, dall’ospedale di Belluno si potranno monitorare le operazioni a Pieve e Agordo, monitorando a distanza anche i parametri vitali e interagendo col medico. . Questo è possibile tramite un sistema chiamato Traccia Telcare costituito da una videocamera orientabile nello spazio con zoom ottico ad altissima risoluzione, un sistema audio integrato per il colloquio operatore-paziente e luna connessione con centro di controllo. . Inoltre «dall’ospedale è possibile anche modificare alcuni parametri dell’operazione in base alle condizioni del paziente», sottolinea Bandera.
Questo sistema inoltre potrà essere distribuito anche a domicilio per chi eseguire la dialisi peritoneale. «Abbiamo ad oggi in dotazione quattro tablet e dispositivi medici di automisurazione ai pazienti e tramite un’app è possibile inserire i dati integrando i dispositivi medici di automisurazione e la trasmissione dati al centro dialisi di riferimento.